..ma a me piace anche il cinema..

sabato 8 ottobre 2016

intervista al lettore/autore #9 Alessio Del Debbio

ho scoperto, recentemente, che il panorama italiano offre davvero degli autori degni di interesse. questa rubrica, oltre a scoprire i gusti dei lettori, punta a far conoscere meglio gli autori per spingere  gli appassionati ad andare oltre i pregiudizi sugli emergenti.
buona lettura!
Alessio Del Debbio
nome
Ciao sono Alessio e sono di Viareggio. Per ora ho pubblicato con il mio nome vero, anche se non nascondo che non mi dispiacerebbe un “nom de plume” per diversificare la mia produzione. Per adesso però ci metto la faccia. J
sei un lettore o un autore?
Sono sia un lettore che uno scrittore. Del resto, non sarebbe possibile essere scrittori senza essere anche (forti) lettori.
Quali sono le tue letture preferite?
Leggo prevalentemente fantasy, ma anche romanzi d’avventura, storici, di fantascienza. Mi piacciono molto le storie con delle trame fitte e solide (anche un po’ ingarbugliate, a volte), adoro le saghe (spero sempre che non finiscano!) e i libri che attingono alla mitologia (greca, nordica, celtica in particolare) e alla storia. I miei libri preferiti sono “Il signore degli anelli”, di Tolkien, “Le nebbie di Avalon”, di Marion Zimmer Bradley, le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George Martin. Tra gli italiani adoro le saghe di Hypeversum di Cecilia Randall, Nephilim di Valerio la Martire, e Albion di Bianca Marconero.
Quale genere scrivi?
Ho scritto alcuni libri di formazione/sentimentale/per ragazzi, comunemente noti come “Young adults” (anche se comunque possono essere letti anche da lettori più grandi). Adesso mi sto dedicando a storie di genere fantastico, siano racconti o romanzi. Sto scrivendo una trilogia urban fantasy ambientata nelle mie zone (Versilia, Lucca, Garfagnana), il cui primo volume uscirà a giugno 2017.
Quando hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere alle superiori, per necessità personale, per un richiamo, uno sfogo, una voce che premeva di uscire. Tenevo un diario anche se era più uno Zibaldone di pensieri, come quelli di Leopardi. Frasi, memorie, a volte istantanee per fissare nella mente alcuni momenti. Poi, col tempo, questi appunti sparsi sono diventate le prime storie.
Cosa ti ha spinto a mettere nero su bianco i tuoi pensieri?
Avevo voglia di raccontare una storia e ho pensato di averne una da raccontare. Condividere qualcosa, un’avventura, un’emozione, uno stato d’animo che speri sempre il lettore possa percepire dai tuoi libri.
Parlami del tuo libro preferito (che hai letto) e perché ti è piaciuto tanto.
“Il signore degli anelli” mi è piaciuto molto perché mi ha aperto le porte del fantasy, e mi sono ritrovato in un mondo meraviglioso. Tolkien insegna tantissimo, soprattutto che per scrivere un bel libro ci vuole tanto lavoro dietro di documentazione, preparazione e creazione, per dare vita a un mondo che funzioni, che sia reale (pur essendo fantastico). Invece, non è un fantasy ma è comunque un classico americano a cui sono affezionato, “Sulla strada” di Kerouac lo adoro perché è un inno alla vita, a viverla sempre e comunque, ogni giorno, in ogni momento, anche con un po’ di pazzia. In fondo anche la pazzia rende vivi.
Qual è il tuo personaggio preferito in assoluto? Perché?
Difficile sceglierne uno. Adoro Gandalf, del Signore degli Anelli, perché è un mago (chi non vorrebbe essere un mago?) e può fare cose straordinarie, al tempo stesso ci insegna (come Mago Merlino in “La spada nella roccia”) che la magia non risolve tutti i problemi e a volte sono necessarie altre qualità. Mi piacciono molto anche Marco Cinquedraghi (della saga di Albion), perché è uno che non si arrende e non ha paura di sporcarsi le mani quando serve, Alec Lightwood (della saga Shadowhunters), per il suo carattere introverso, e Jon Snow, il mio eroe (che deve sedere sul Trono di Spade!). J
Parlami del tuo lavoro di autore e delle tue opere
Gli ultimi libri che ho pubblicato sono molto diversi tra loro. “Favola di una falena”, edito da Panesi Edizioni, è un romanzo ambientato a Viareggio all’inizio degli anni Duemila; segue le vicende di un gruppo di amici durante l’anno successivo alla fine del liceo, un momento fondamentale per tutti loro, come lo è stato per me e per chiunque l’abbia vissuto. Un momento di piccole grandi scelte, universitarie, lavorative, scelte che contribuiranno a formarci e farci essere gli adulti di domani. C’è chi, come Veronica, sceglie di seguire i propri sogni, anche se questo comporta allontanarsi dalle persone che ama per tuffarsi in un futuro ignoto; c’è chi, invece, è bloccato lì, costretto a rinunciare ai suoi progetti perché piegato da responsabilità familiari che non riesce più a sostenere. È il caso di Leonardo, appunto. Storie diverse, in cui il lettore può ritrovarsi, lottando e emozionandosi assieme ai vari protagonisti del romanzo.
“L’ora del diavolo”, invece, è un’antologia di racconti fantastici ispirati a leggende e tradizioni folkloristiche lucchesi. Ha vinto la terza edizione del concorso ObiettivoLibro, organizzato da Sensoinverso Edizioni, venendo pubblicato a inizio anno. Il libro si compone di tredici racconti, di varia lunghezza, ambientati tra la Versilia, la piana di Lucca e le Alpi Apuane, tredici storie dove i protagonisti sono le creature fantastiche dell’immaginario lucchese, ad esempio le fate di pioggia, gli streghi, i folletti della Versilia, le sirene, gli uomini della neve, e ovviamente il diavolo che, come in tutte le storie popolari, appare e seduce gli uomini, mostrando loro come ottenere tutto e subito. Sono storie molto diverse, si spazia dal fiabesco ai racconti dell’orrore, accomunate dall’essere ambientate in località reali, anche se poco note, popolate da creature fantastiche. Un modo, anche, per valorizzare il folklore locale, raccontandolo a chi non lo conosce.
Quanto della tua personalità c’è nei tuoi personaggi?
Nei racconti di “L’ora del diavolo”, non molto, dato che si tratta di creature tratte dal folklore locale. Nei personaggi di “Favola di una falena”, invece, c’è molto di me. Diciamo che a ogni personaggio ho regalato qualcosa di mio: Francesca è timida e introversa, ama i libri e vuole diventare una scrittrice; Veronica è una sognatrice che lotta per i suoi ideali; Leonardo è uno studente impeccabile che mette le responsabilità prima del piacere, e Jonathan… beh, Jonathan è un gran casinista (in quest’ultimo caso, più che qualcosa di mio, c’è in lui qualcosa che mi piacerebbe avere). Credo sia normale per uno scrittore lasciare qualcosa di sé ai suoi personaggi, in questo modo li sente tutti come “suoi figli”, senza distinzioni o preferenze.
I personaggi rispecchiano le personalità di altre persone che conosci?
Non proprio. I personaggi di “Favola di una falena” sono la mescolanza di caratteri, situazioni, aspetti di tante persone diverse, che ho rielaborato, mescolandoli, e creando Jonathan e i suoi amici.
Vuoi condividere con me il link  per acquistare il tuo libro?
“Favola di una falena” è disponibile su tutti gli store di ebook, per cui può essere letto su qualunque ereader (Kindle, Kobo, Tolino ecc). Ecco i link:
“L’ora del diavolo”, invece, è disponibile solo in cartaceo, su tutti gli store. Lascio quello di Amazon: https://www.amazon.it/Lora-del-diavolo-Alessio-Debbio/dp/8867932187/
Invieresti a un blogger il tuo lavoro per una recensione?
Certo, perché no. Ho inviato alcune copie a vari blog e ho ricevuto con piacere le loro impressioni.
Se si, se il tuo lavoro non piacesse al blogger e scrivesse una cattiva recensione, come la prenderesti?
Beh, onestamente mi dispiacerebbe e sarei curioso di sapere cos’è che non le è piaciuto, se è una questione di gusti, e ci può stare, del resto siamo tutti diversi, o se lo ha trovato scritto male o per qualche altro motivo. Al tempo stesso, sono molto contento di “Favola di una falena”, mi ha dato grandi emozioni scriverlo, per cui mi reputo soddisfatto di me e di ciò che ho prodotto, sia che possa piacere che meno.
Quanto conta per te la copertina di un libro?
Tanto. Il primo impatto di un lettore è la copertina. Deve attirare, accattivare, e al tempo stesso deve essere elegante e di buon gusto. L’ho notato andando alle fiere: prima ancora di sapere di cosa parla il libro, chi l’ha scritto, di che genere è, il lettore prende in mano il libro (o sfoglia una pagina web) se gli piace la copertina, se lo attira. Altrimenti lo lascia lì.
Quanto incide il genere sulle vendite?
Mah, difficile da dire. Premesso che a me non piace troppo etichettare i libri per genere, anzi mi piace molto giocare con i generi, mescolandoli, come ho fatto nella mia antologia “L’ora del diavolo”, che contiene racconti fantastici ambientati in epoche diverse, in Lucchesia e nelle Alpi Apuane, un po’ fiabeschi, un po’ di terrore, un po’ fantasy classico. Credo che purtroppo in Italia ci sia una certa ostilità immotivata, e abbastanza snob, devo dire, verso la letteratura di genere, che viene considerata “inferiore” da una certa critica. Opinione che non condivido, non è certo l’appartenenza o meno a un genere che determina la qualità o il mio interesse verso un libro. Pur tuttavia è indubbio che alcuni generi faticano di più a emergere, il fantastico purtroppo è tra questi.
Ci sono autori italiani che ti piacciono? Perché?
Sì, ce ne sono tanti. Alcuni li ho conosciuti, a fiere o presentazioni, e sono molto felice di aver potuto scambiare con loro le mie opinioni. Ne segnalo due, che sono gli ultimi che ho letto, molto diversi, entrambi i loro libri mi hanno regalato grandi emozioni, toccando il cuore, che è quello che dovrebbe fare un bel libro, secondo me. “Albion” di Bianca Marconero, una saga urban fantasy ambientata in un college misterioso in Svizzera, ispirata al ciclo bretone e alla materia di Britannia; si è rivelata una lettura inaspettatamente piacevole, con personaggi ben caratterizzati che ho finito per considerare miei amici. Dire che ho divorato questa saga è dire poco.
L’altra saga, sempre urban fantasy, che consiglio è “Nephilim” di Valerio la Martire. Qua siamo a New York, dove esplode lo scontro tra Celestiali e Infernali. Ma, come nelle migliori tragedie, c’è sempre una luce a dare speranza, in questo caso l’unione tra Ryan Hill, uno degli Infernali, e Jonathan Feather, un angioletto stretto nei suoi panni. Ne nasce una bella storia di avventura, azione, amore, che porta il lettore a spasso tra i mondi divini. Consigliato.
Hai qualche titolo da consigliare ai lettori di questo blog?
Oltre a “Albion” di Bianca Marconero e a “Nephilim” di Valerio la Martire, e ai classici che ho già citato sopra, aggiungo “La porta tra i mondi”, di Artemisia Birch, un fantasy classico, dal respiro avaloniano. Per chi ama gli urban fantasy invece consiglio i libri di Aislinn e Luca Tarenzi, italianissimi, ambientati a Milano. Insomma, consiglio un po’ tutti di scoprire e valorizzare autori italiani, molti dei quali non hanno niente da invidiare a colleghi d’oltreoceano.
Grazie Simona per l’ospitalità!

grazie a te Alessio! è stato un piacere! in bocca al lupo!







1 commento:

e tu, cosa ne pensi???