un nuovo lettore/autore, che mi è piaciuto molto (di qualche giorno fa la recensione al suo libro) con la sua visione del mondo..letterario! scopritelo con me!
Nome
Sono
Giacomo, ma ormai anche mia madre mi chiama Jack, quindi prima o poi dovrò
firmarmi così. Forse…
Sei un lettore o un autore?
Innanzitutto,
se si vuole scrivere, bisogna essere prima di tutto lettori. E lettori
piuttosto accaniti, anche se ormai le librerie sono invase da volumi di gente
che non è di certo famosa per questa peculiarità.
Per quanto
riguarda l’autore… ragionando per semplicismi potremmo dire che lo sono, ma
sento che la ‘maturità artistica’ è ben lontana dall’essere raggiunta, quindi
non amo definirmi così. Diciamo che scrivo per passione e che vengo pubblicato.
Però ogni volta che firmo per un nuovo libro continuo a chiedermi: “Come ho
fatto a fregarli un’altra volta?”
Quali sono le tue letture preferite?
Sinteticamente:
quelle belle.
Ampliando
la risposta: sempre quelle belle, ma dipende dove una persona trova la bellezza
e, soprattutto, dove è disposta a trovarla. Io non disdegno nessun genere,
perché la bellezza sta in ogni dove. Posso appassionarmi a un fantasy, a un
thriller, a un distopico o - qui ci credono in pochi - a una storia d’amore. Un
libro, così come ogni altro media che racconta una storia, per prima cosa non
deve lasciarti uguale a prima una volta che l’hai finito.
Quale genere scrivi?
Parafrasando
un recente tormentone: «Ho un problema nella testa, funziona a metà, ogni tanto
parte una domanda che fa: “Che genere scrivi?”» XD
Seriamente,
è la domanda che mi fanno quasi tutti… ma ancora non ho trovato una risposta.
L’unico libro che ho scritto che riesco a incasellare in un genere preciso è Doppio singolo, che è un horror. Mi è
stato detto però che Storia di uomini
invisibili può essere definito un romanzo surreale, mentre Vita da scarabocchio uno young adult
parecchio “pesante” sul finale.
Invece l’ultimo
arrivato, La strana indagine di Thomas
Winslow, è il miscuglio fra un fantasy e un hard-boiled. Perché a noi le
cose semplici non piacciono...
Precisamente
non saprei... ci sono stati vari tentativi durante tutte le superiori, con
esiti decisamente dimenticabili - tanto che li ho scordati pure io. Ma posso
dire che più che la scrittura, mi affascina il raccontare storie, cosa che si
estende verso ogni media: il cinema, il fumetto, il teatro, l’animazione. Ecco,
penso di aver iniziato a immaginare storie da sempre, da quando da piccolo ho
scoperto che i cartoni che guardavo erano prima ideati da qualcuno che aveva immaginato
tutto quello.
Cosa ti ha spinto a mettere nero su bianco i tuoi
pensieri?
Vivere in
un mondo che non mi piace troppo, dove vedo molte cose che mi fanno arrabbiare.
Ogni volta che scrivo è perché c’è stata una grande incazzatura che ha fatto
scaturire una serie di pensieri. Solo che poi mi fermo, respiro, trovo una
soluzione e, con quella, anche una storia.
Scrivere
alla fine è dare una mia visione del mondo su una tematica, un sentimento o uno
stato d’essere. Non voglio dare risposte, ma mi piace accendere la scintilla
che può innescare il pensiero in una persona, voglio che la gente legga quello
che ho scritto e alla fine faccia pensieri che prima non era abituata a fare,
trovando da sé le proprie soluzioni.
Parlami del tuo libro preferito (che hai letto) e
perché ti è piaciuto tanto.
Il profumo
di Patrick Süskind.
Una storia
geniale, uno stile di scrittura che ti tiene incollato fino all’ultima pagina e
un finale spiazzante. Ma soprattutto, un personaggio di uno squallore
assoluto... ma al quale finisci per voler bene come a un fratello. Se non è
talento questo, non so come chiamarlo.
Qual è il tuo personaggio preferito in assoluto?
Perché?
Oltre al
già citato Jean-Baptiste Grenouille?
Non
appartiene a un libro, ma a un fumetto. È il Comico di Watchmen, il capolavoro di Alan Moore (anche se scrive fumetti, è uno
degli scrittori che più mi ha influenzato) e Dave Gibbons - e non odiatemi per
ciò che sto per dire, ma mi è piaciuto persino il film di Zack Snyder. E per
gli stessi motivi del protagonista descritto da Süskind.
Parlami delle tue opere.
Togliendo
i racconti (quattro, contenuti in quattro raccolte diverse) al momento ho
pubblicato quattro romanzi, e sto trattando per un quinto che ha ricevuto
diverse proposte.
Il primo, Storia di uomini invisibili, è stato
pubblicato in formato e-book dalla Nativi Digitali Edizioni, e parla di un uomo
che dopo essere impazzito si convince che la società non lo accetterà più,
quindi desidera scomparire... fino a che non scompare sul serio. Ma si tratta
di un’invisibilità poco lieta, perché farà capire che si può essere invisibili
agli occhi del mondo in più di una maniera.
Il
secondo, Doppio singolo, è stato
pubblicato dall’Editrice GDS e parla di Paride Vasari, un burbero scrittore di
successo che deve combattere con un blocco creativo dopo che la fidanzata lo ha
tradito col suo migliore amico. Così quando scoprirà che l’(ex)amico è finito
in coma e che stava scrivendo un libro, per vendicarsi deciderà di rubarglielo
per spacciarlo come suo, mettendo in moto eventi al limite del paranormale.
Il terzo è
Vita da scarabocchio, pubblicato
dalla Leucotea Edizioni, e parla di uno scarabocchio che si stacca dal muro su
cui è stato disegnato per andare a esplorare il mondo, infrangendo i vincoli
che tutti i disegni devono rispettare. Finirà per fare amicizia con Elena, una
ragazza dark obesa, e... beh, può sembrare un libro per bambini, ma vi assicuro
che non è così.
L’ultimo
arrivato, La strana indagine di Thomas
Winslow... beh, vi dico solo che è il lavoro di cui vado più fiero. Un
miscuglio di generi schizofrenico ma lucido (spero), un racconto sull’identità
e, al contempo, un omaggio alle storie e al piacere di raccontarle.
Quanto della tua personalità c’è nei tuoi personaggi?
Contando
che, come mi ha detto un’amica, scrivo principalmente di “depressi e
frustrati”... per salvare la faccia dico che ce n’è molto poca ^^’
Più che
nei personaggi, credo che molto della mia personalità la si possa vedere da
come tratto determinati temi. Alla fine il compito di chi scrive è l’essere il
più sfaccettato possibile e, nonostante Hemingway abbia detto “scrivi ciò di
cui conosci”, per trattare certi personaggi è necessario andare al di là di
quello che si è. Tutt’altra cosa per la sensibilità verso certi temi.
I personaggi rispecchiano le personalità di altre
persone che conosci?
Sicuramente
il mondo esterno e gli incontri fatti hanno fornito molti spunti interessanti,
ma non mi sono mai ispirato a nessuno in particolare.
Per
sicurezza però dormo con una mazza da baseball vicino al letto...
Invieresti a un blogger il tuo lavoro per una
recensione?
Certo J È un po’ la prassi in questo settore, nonché qualcosa
di necessario per far conoscere il libro.
Se sì, se il tuo lavoro non piacesse al blogger e
scrivesse una cattiva recensione, come la prenderesti?
Sicuramente
non bene, però preferisco una stroncatura onesta e competente a mille
complimenti fatti a vuoto. Sono conscio di avere ancora molto da imparare e
molti insegnamenti vengono pure dalle stroncature. Fa parte del gioco.
Quanto conta per te la copertina di un libro?
Sicuramente
il contenuto è la cosa più importante, ma una bella copertina spesso è un buon
biglietto da visita. Anzi, è un’arte a sé. Andando alle fiere, ancora più che
bazzicando in libreria, ho imparato che un libro che ha una buona copertina
attira molto più interesse.
Io con le copertine ho avuto molta fortuna. Quelle di "Storia di uomini invisibili" e "Doppio singolo" sono state rispettivamente realizzate da Marco Caselli e Lorenzo Lanfranconi, due grandi persone prima di essere due disegnatori di enorme talento.
Del resto Il giovane Holden ha fatto storia con la
sua copertina...
Fin troppo.
Purtroppo molte persone si orientano coi generi per cercare cose da leggere, ma
per me è una cosa sbagliata. Le persone vanno educate ad avere la mente aperta
ed elastica, ad apprezzare di tutto.
Il signore degli Anelli è un bel fantasy? No, è un bel libro. Punto. Poi però
la gente si arrabbia se fai notare che un classico come 1984 di Orwell è fantascienza...
Non
capisco come mai la letteratura di genere sia etichettata come di serie B.
Allora gente come Ray Bradbury, Bram Stoker, Mary Shelley, Philip K. Dick,
Aldous Huxley e Jules Verne erano scrittori da quattro soldi?
Ci sono autori italiani che ti piacciono? Perché?
Entrando
in questo mondo ho avuto la fortuna di conoscere di persona gli autori italiani
che mi piacciono, gente con cui condivido una passione e dai quali ho potuto
imparare molto, intessendo rapporti che vanno anche oltre il semplice vedersi
per le fiere.
Ogni tanto
mi capita di fare amicizia con le persone che hanno letto i miei libri e tutte
mi dicono che è strano conoscere l’autore di un libro che hanno letto. Per me
invece ormai è quasi la norma ^^’
Hai qualche titolo da consigliare ai lettori di questo
blog?
Finirei
per farmi veicolare dal gusto personale e non riuscirei a citare tutte le
persone che vorrei.
L’unico
consiglio che posso dare è quello di non leggere solo ciò che viene proposto
dalle grandi case editrici. Andate alle fiere, girovagate nei settori indie,
conoscete gli autori sconosciuti e leggete qualcosa di loro. Vi meraviglierà
sapere quanta gente capace esiste!
Poi ci
sono anch’io, sì...
grazie Giacomo di aver condiviso con me il tuo pensiero e in bocca al lupo per il tuo lavoro!
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