..ma a me piace anche il cinema..

venerdì 28 dicembre 2018

La progenie di Abaddon - di Rob Himmel

Buonasera amici lettori!
Come promesso, continuo a scrivere recensioni che avevo pronte e chiuse nel cassetto.
Oggi tocca a una vecchia conoscenza, con un nuovo lavoro, pubblicato da poco.
Rob mi ha mandato il suo libro moooolto tempo fa, quindi mi scuso per il ritardo.
Ho già parlato con l'autore delle mie impressioni, che non sono del tutto positive.
Cominciamo dalla trama: è molto bella e ben studiata, nonché ben sviluppata, ricca e bene impostata.
I personaggi, sono tanti e alcuni sono davvero poco chiari, oltre ad essere difficili da ricordare per via dei nomi davvero particolari, dettaglio che ne rende difficile la collocazione, a memoria, nella storia: spesso mi sono chiesta "e mò questo chi è? l'ho già incontrato? Ah, sì, è quello con il nome strano... no, è un altro con il nome strano", insomma dilemma! Diverso invece il discorso per i personaggi principali, che sono chiari, ben caratterizzati e hanno nomi abbastanza semplici da ricordare.
Ho trovato la prima parte molto descrittiva e discretamente lenta, ma ci si approccia a una storia articolata e credo che sia doveroso dare spiegazioni.
Per tutto il volume mi sono imbattuta in frasi che non ho proprio capito, non per il contesto in cui si trovavano o per l'impostazione, semplicemente non sono riuscita a dargli un senso concreto.
Nota molto dolente è, a parer mio, l'impostazione della narrazione: le frasi sono molto brevi, dall'inizio alla fine del libro, spesso non contengono più di cinque parole; moda che sinceramente non apprezzo perchè tende a far andare il lettore di fretta, senza riuscire a fargli passare il messaggio della storia in sé.
Vi starete chiedendo: è un libro che Simona consiglierebbe? La risposta è "Sì e No", dipende dal gusto personale: se vi piacciono i libri dalla bella trama, con belle ambientazioni e di carattere, ma non badate all'impostazione del testo, allora dovete leggerlo. Se seguite le mode letterarie e vi piacciono i libri impostati in questo modo, ne vale davvero la pena. Se non vi piace questa nuova impostazione editoriale, allora desistete.
Il mio resta il semplice parere di una lettrice e ringrazio Rob per avermi resa partecipe di questa nuova avventura!

giovedì 27 dicembre 2018

L'eccezionalità dell'anonimato - di Antonino Tarquini

Eccomi di nuovo qui per un'altra recensione.
Ho letto questa raccolta di racconti qualche mese fa e mi scuso per il ritardo con cui scrivo le mie impressioni a riguardo.
Ogni storia raccontata sembra essere scritta da una persona diversa, l'autore ha avuto la capacità di far parlare l'io narrante ogni volta in un modo differente, cosa che ho trovato davvero stimolante.
Si tratta di storie semplici, di gente comune, gente anonima appunto, della quale nessuno parla perchè si tende sempre a raccontare di avvenimenti "speciali". La bellezza di questo libro sta soprattutto in questo, nella semplicità dei personaggi, nella normalità dei fatti raccontati.
L'intero libro è scritto molto bene e in modo originale, i personaggi, storia dopo storia, sono semplici da comprendere e delineare perchè potrebbero essere le persone che vivono accanto a noi.
Il narrato passa dall'essere estremamente dolce a pesantemente duro, in base all'argomento trattato.
La storia che mi è rimasta più impressa è una conversazione di Whatsapp, che è talmente realistica da farti sentire parte della chat, uno spaccato di attualità che, al di là del pensiero politico espresso, rispecchia quello che è il mondo di oggi.
Un libro che consiglio, per dare voce a tutti quegli anonimi comuni mortali che popolano il nostro mondo.
Grazie Antonino per questa bella esperienza!

Lorien Legacy - di Pittacus Lore

Buon pomeriggio cari lettori!
Mi scuso per la prolungata assenza, ma le cose da fare aumentano e il tempo diminuisce.
Avevo tante recensioni pronte, solo da trascrivere e pubblicare, quindi comincio da qui.
Ho letto, spalmata nel tempo, tutta la saga di Lorien (sette libri) e ora sono pronta a darvi le mie impressioni.
Il primo volume l'ho divorato ("sono il numero quattro") e mi è piaciuto davvero tanto: la storia è ben scritta, la trama avvincente, il ritmo mai noioso.
Si tratta di un genere che non leggo spesso, mi sono imbattuta in poche storie di alieni nel mio percorso di lettrice, però l'ho trovato molto originale rispetto, non so, a tutti i film che passa Hollywood per esempio. Meglio non parlare del film ispirato al primo libro di questa saga: una schifezza pari solo a Shadowhunters, tanto che mi chiedo come l'autore in questo caso, e l'autrice nel secondo, abbia potuto accettare una trasposizione cinematografica tanto scadente e lontana dalla storia scritta.
Va bene, torniamo alla saga.
Il secondo volume ("il potere del numero sei") è più o meno sulla stessa linea del primo, stesso ritmo, suscita la stessa voglia di andare avanti anche a costo di non cenare. La storia comincia a svilupparsi e si scoprono dettagli importanti, i personaggi cominciano a delinearsi e la trama si infittisce.
Arrivati al terzo libro ("la vendetta del numero nove") la storia comincia a perdere. Perde in azione, perde di attrattiva, perde ritmo. Ho cominciato a non poterne più di determinati avvenimenti "allunga brodo" messi lì senza un motivo reale.
Con il quarto ("la sfida del numero cinque") comincia il vero e proprio declino. I personaggi ormai sono chiari, le dinamiche sono tutte tracciate, ma nonostante questo, servono altri tre libri per arrivare al punto.
Ho cominciato davvero a perdere interesse con il quinto volume ("il ritorno del numero sette") che è l'allunga brodo dell'allunga brodo. Un continuo "loro vengono catturati, noi andiamo a salvarli" e viceversa.
Il fondo viene toccato con il sesto libro ("il destino del numero dieci") che è il preludio per la fine della saga stessa: ho cominciato a contare le pagine che mi separavano dalla fine nella quale, finalmente, accade qualcosa di diverso. Pensavo finissero lì invece, arrivata in fondo al volume, ho scoperto a malincuore che ci fosse ancora un "capitolo conclusivo" ("tutti per uno").
NOIA MORTALE!
Vorrei conoscere la persona che ha dato il titolo a ogni libro: ti aspetti che "il potere del numero sei" parli principalmente di quello, o "la vendetta del numero nove" abbia a che fare con una vera e propria vendetta, invece no! Ti sbagli! Solo il primo volume, "sono il numero quattro", parla effettivamente del numero quattro.
Il finale l'ho trovato decisamente scontato, degno di una saga che, tutto sommato, risulta essere mediocre agli occhi di un lettore accanito.
Peccato: il mio rapporto con questa storia era partito davvero bene, ma se proprio vogliamo dirla tutta, sarebbero bastati al massimo quattro libri per raccontare tutto al meglio, senza troppi fronzoli inutili e senza vicende buttate lì per riempire le pagine (stavo per scrivere "per fare numero" ahahahahah).
Questa volta è dura capire se ne consiglio o meno la lettura: non lo so neanche io. Leggetela, la saga, se non avete grandi pretese e se non siete i tipi che dicono "Uh, che palle, ma non potevi evitare di scrivere questa parte inutile?". A me è capitato spesso.
Ma questo, come sempre, è solo il mio parere da lettrice.