..ma a me piace anche il cinema..

domenica 28 agosto 2016

L'era degli Arcani - di Pamela Scarati

Eccomi di nuovo qui a parlarvi di un altro
libro.
L’autrice è un’esordiente, il volume il primo di una saga (a quanto pare).
Entriamo nel dettaglio: ho letto questo libro un po’ a rilento perchè non mi ha presa da subito.
La scrittura è lineare e corretta, la lettura scorre bene anche se la narrazione passa da uno scenario ad un altro senza uno stacco tra essi (ma credo e spero sia colpa del formato pdf che ho usato per il kindle).
La trama fatica a decollare: l’inizio è un susseguirsi di avvenimenti troppo dettagliati che ai fini della storia non portano molto. La narrazione comincia a prendere vita con l’inizio del viaggio anche se a tratti risulta un po’ ripetitivo.
L’azione è spesso accesa con alcuni colpi di scena e questo aiuta molto a tenere alta l’attenzione del lettore.
Ho dovuto rileggere più volte alcuni dialoghi perché non capivo bene chi diceva cosa a chi, questo perché sono presenti tanti personaggi (che aumentano man mano) e a volte non è specificato chi ha parlato.
C’è stato un lungo studio dei soggetti, che però in alcuni casi non sono delineati. Mi spiego meglio: alcuni, tipo Reidar e Noah, sono chiari (anche Bradwr, per certi versi), ma altri lasciano il tempo che trovano, tipo il capo dei miliziani o la bella comandante dei templari (credo che avranno più risalto nei prossimi volumi), lo stesso Zebah non si capisce se è carne o pesce, non si espone in nessun modo e non dice niente di sé e, sebbene mi piacciano i personaggi scostanti e con un velo di mistero, questo non dire a tutti i costi mi ha dato un po’ sui nervi.
Stranamente il personaggio che ho amato di più è Alastor e non Reidar, questo perché il primo è convinto di sapere chi è e scopre man mano cose di sé stesso che non conosceva, rendendolo un personaggio pragmatico e interessante, l’altro è mosso dall’odio e dalla vendetta e sebbene dica agli altri di vivere “seguendo la retta via”, in realtà lui è il primo ad agire secondo principi sbagliati.
Sostanzialmente il libro non mi è dispiaciuto, ma per lo più sembra un lungo discorso introduttivo (troppo dettagliato per i miei gusti: secondo me poteva essere quasi dimezzato) a qualcosa che deve ancora venire.

Ma questo, come sempre, è solo il mio pensiero.

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